Enio Drovandi è un volto ben noto del cinema e della televisione, apprezzato per il suo stile inconfondibile, la comicità spontanea e la capacità di dar vita a personaggi memorabili. Nato a Pistoia negli anni Cinquanta, Drovandi ha saputo farsi strada nel mondo dello spettacolo grazie alla sua versatilità e al naturale carisma.
Inizia la carriera negli anni ’80, un periodo d’oro per il cinema comico italiano, durante il quale Enio recita in pellicole di culto come Amici Miei – Atto II, Sapore di Mare, Vacanze di Natale e nella serie TV I Ragazzi della 3ª C, che lo consacra al grande pubblico. Anche quando non è protagonista, riesce a rubare la scena con ironia e una gestualità unica.
Nel tempo ha ampliato i propri orizzonti artistici, dedicandosi anche a teatro, pittura e scrittura. Lontano dai riflettori tradizionali, Enio Drovandi ha continuato a coltivare la sua passione per l’arte sotto ogni forma, trasformando la vena creativa in un linguaggio visivo e narrativo sempre più intimo e personale.
Artista completo e spirito libero, rappresenta un raro esempio di autenticità nel panorama dello spettacolo italiano. Un uomo capace di far sorridere con intelligenza e di raccontare la vita con il cuore.

L’INTERVISTA
Partiamo subito dalla prima domanda: cosa ti ha spinto verso il mondo dello spettacolo?
Fin da giovane, avevo una forte voglia di raccontare e divertire… facevo imitazioni, raccontavo barzellette. Il teatro mi ha affascinato profondamente. Da lì è arrivato il cinema, la TV… e non mi sono più fermato.
Sei diventato un volto noto grazie a interpretazioni “di culto” negli anni ’80 e ’90. C’è un ruolo al quale sei particolarmente affezionato?
Sicuramente il mio personaggio in “I Ragazzi della 3ª C” mi ha lasciato tanto. Per me, l’importante era lasciare un segno nel cuore dei telespettatori italiani.
Qual è il segreto per restare autentico nel mondo dello spettacolo?
Essere se stessi sempre. Non ho mai voluto rincorrere mode o ruoli a tutti i costi. Ho scelto di essere vero, anche se a volte significava avere meno visibilità. Ma la gente se ne accorge quando sei sincero.
Hai lavorato con grandi nomi del cinema italiano. C’è un aneddoto che ti porti nel cuore?
Tanti! Ma uno che ricordo sempre con affetto è quando sul set di “Amici Miei – Atto II” Ugo Tognazzi mi disse: “Tu non sei un attore, sei un personaggio”. Era un complimento bellissimo, perché significava che lasciavo il segno.
Come vedi oggi il mondo del cinema rispetto ai tuoi esordi?
È cambiato molto. Oggi tutto è più veloce e, a volte, un po’ più freddo. Ai miei tempi c’era più tempo per conoscersi, costruire i personaggi. Però ci sono ancora tanti giovani talentuosi. Bisogna solo dar loro spazio, non solo follower.
Hai mai pensato di dirigere un tuo lungometraggio?
Ho realizzato un film che unisce memoria e ironia, che è la mia cifra. Dirigere è come dipingere: ogni dettaglio conta. Non escludo di rifarlo.
Se potessi parlare al giovane Enio che iniziava questa avventura, tanti tanti anni fa, cosa gli diresti?
Gli direi: “Non avere paura di essere diverso. Ridi, sbaglia, rialzati, ma resta sempre te stesso. E ricordati che il successo più grande è essere amato da chi ti conosce davvero”.
Oggi ti dedichi anche all’arte in senso più ampio. Com’è nata questa evoluzione?
L’arte è sempre stata dentro di me, ma prima si esprimeva con la voce, la mimica, la battuta. Poi è diventata pittura, scrittura… È un modo per continuare a raccontare, ma ora uso i colori e le parole su carta, invece che solo su un set.
Hai un messaggio principale che cerchi di trasmettere attraverso ciò che fai?
Sì: non prendetevi troppo sul serio, ma fatelo con ciò che amate. La leggerezza non è superficialità. È un modo profondo di stare al mondo, con il sorriso.
Progetti futuri?
Sto preparando una mostra con alcune opere che uniscono pittura e teatro. Inoltre, sto scrivendo un libro, una sorta di biografia-romanzata. E magari… tornerò anche sul palco con un nuovo spettacolo. Il richiamo è sempre forte.
I tuoi fans ti adorano anche per…
Due film che ho scritto e diretto: Ti vogliamo bene Francesco Nuti, trasmesso sulle reti Mediaset e ora visibile anche sul mio canale YouTube, e Guance Rosse, che ho anche prodotto insieme ad Asi Spettacolo.
E adesso?
Ne farò uno nuovo dal titolo “Charlot: le emozioni del cuore”, che girerò tra Roma e l’estero. Alla sceneggiatura e all’organizzazione sta collaborando la bravissima Emanuela Di Marino.
Enio, grazie davvero per aver condiviso con noi il tuo percorso, i tuoi ricordi e la tua super energia. È stato un viaggio tra risate, arte e tanta umanità.
Grazie a te dolce Ilaria. Io credo che la vita sia una commedia meravigliosa: ognuno ha il suo ruolo, ma l’importante è recitarlo col cuore… e magari strappare un sorriso. Alla prossima. E ricordate: fate i bravi… ma non troppo!
*
Prima di salutarci, non possiamo non ricordare “La Festa della Vita”, un progetto che Enio ha ideato molti anni fa, ma che, ancora oggi, porta con sé un messaggio potentissimo. Un inno alla gioia di vivere, alla forza di rialzarsi e al valore dell’essere umani, prima ancora che artisti. Un’iniziativa che, come lui, ha saputo unire emozione e leggerezza, risate e riflessione. Perché, in fondo, come ci ha insegnato proprio Enio Drovandi, la vita è la più grande scena su cui possiamo recitare… e va vissuta fino in fondo, col cuore e col sorriso.
ILARIA SOLAZZO
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