Nel cuore di ogni vocazione c’è un incontro profondo con Dio. È ciò che ci racconta Don Gianluca Brusatore, sacerdote della diocesi di Novara, nel suo libro Prete per miracolo (L’amore di Dio nella mia vita – e qualche consiglio spirituale), pubblicato da San Paolo Edizioni nella collana Parole per lo spirito. Un’opera che non è soltanto una narrazione autobiografica, ma una vera e propria testimonianza di grazia e di conversione radicale, nata da un pellegrinaggio a Medjugorje e culminata nella consacrazione al sacerdozio.

Don Gianluca non proviene da un seminario giovanile né da una famiglia ecclesialmente impegnata: la sua vocazione nasce da un’esperienza forte e personale dell’amore di Dio, ricevuto nel cuore della sua maturità, a 36 anni, mentre lavorava nel mondo della comunicazione a Milano. Quel pellegrinaggio ha aperto un varco nella sua anima, facendogli scoprire una chiamata che, come per tanti santi, è arrivata come un «fulmine di luce» nel mezzo del quotidiano.
Nel libro, oltre alla narrazione del suo cammino vocazionale, Don Gianluca offre una guida accessibile a chiunque desideri approfondire la propria vita spirituale. Temi come il peccato, la preghiera, la vita eterna, il perdono e l’Eucaristia sono trattati con chiarezza, con il desiderio di accompagnare il lettore verso un incontro vivo con il Signore.
Abbiamo avuto il privilegio di potergli rivolgere alcune domande per comprendere meglio il suo percorso e il senso profondo del suo messaggio.
L’INTERVISTA
Don Gianluca, grazie per aver accettato di condividere con noi la sua storia. Come è nato il desiderio di scrivere questo libro?
Grazie a voi per l’invito. Questo libro è nato come un’esigenza interiore, quasi come un prolungamento del mio cammino spirituale. Dopo aver sperimentato la misericordia e l’amore di Dio nella mia vita, ho sentito la responsabilità di raccontarlo. Non per parlare di me, ma per testimoniare come Dio agisce ancora oggi, anche nelle vite più insospettabili. Ho capito che la mia esperienza poteva essere di conforto e stimolo per chi è in ricerca, per chi si sente lontano, per chi magari ha solo bisogno di una parola che riaccenda la speranza.
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Nel libro racconta la sua conversione, avvenuta durante un pellegrinaggio a Medjugorje. Cosa è accaduto lì di così decisivo?
Medjugorje è stato il luogo in cui Dio ha toccato profondamente il mio cuore. Prima vivevo senza una vera consapevolezza della Sua presenza. Ma lì, grazie alla preghiera e al ritorno ai sacramenti della Chiesa dopo tanti anni, ho percepito chiaramente un amore che non avevo mai conosciuto prima. Un amore che non giudica ma accoglie, che guarisce e rinnova. Ho sentito che quell’Amore aveva un nome: Gesù. E lì ho capito che la mia vita non poteva più continuare come prima.

Dopo quell’esperienza, ha scelto una strada radicale: lasciare tutto per seguire il Signore. Come ha maturato questa decisione?
È stata una decisione maturata nella preghiera e nel discernimento. Dopo Medjugorje, ho sentito fortemente la responsabilità di portare alle altre persone la mia esperienza nel modo più profondo possibile e il Signore mi ha fatto capire che il modo più autentico per farlo sarebbe stato proprio
intraprendere la via del sacerdozio. È stato come rispondere a una chiamata che non potevo più ignorare. E, nonostante le paure, ho sperimentato che quando dici “sì” al Signore, Lui ti dà tutto il necessario per seguirlo.
Nel libro affronta temi centrali per la vita cristiana: la preghiera, il peccato, il perdono. Quale messaggio desidera lasciare a chi lo leggerà?
Vorrei che i lettori comprendessero che la fede non è una dottrina astratta, ma un incontro vivo e trasformante con Cristo. La preghiera non è un dovere, ma un dialogo d’amore con il Padre. Il peccato non è un ostacolo insormontabile, ma un’occasione per ricevere la misericordia di Dio. Il perdono è una liberazione. La vita cristiana è un cammino, fatto anche di cadute, ma sempre sotto lo sguardo misericordioso del Signore.
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Nella parte conclusiva del libro riflette sull’Eucaristia. Perché questo sacramento è così centrale nella sua vita?
L’Eucaristia è il cuore della vita cristiana. È Gesù vivo, presente, che si dona completamente a noi. È il miracolo quotidiano dell’amore di Dio che si fa cibo. Senza l’Eucaristia, la nostra fede si spegne. Per me è il momento in cui tutto si raccoglie: la mia chiamata, la mia forza, il mio essere sacerdote. E voglio trasmettere questa verità soprattutto ai giovani: non si può vivere da cristiani senza il nutrimento del Corpo di Cristo.
Per chi si sente lontano dalla fede o sta attraversando un momento di crisi spirituale. Cosa si sente di dire?
Direi di non avere paura. Dio non si scandalizza delle nostre debolezze. Al contrario, ci viene incontro proprio lì dove siamo più fragili. A chi è in crisi dico: cercate il Signore, anche solo con una preghiera semplice, anche solo aprendo il Vangelo. Lui non smette mai di bussare alla porta del nostro cuore. E se gli permettiamo di entrare, la nostra vita può cambiare davvero. Come è successo a me.
La figura di Gesù e quella della Madonna sono centrali nel suo cammino. Che ruolo hanno avuto nella sua conversione e cosa rappresentano oggi per lei?
Gesù è il centro della mia vita, la mia salvezza. Non è un’idea o un personaggio del passato, ma una Presenza viva, reale, che accompagna ogni mio giorno. È il volto della misericordia del Padre. Quanto alla Madonna, è stata una madre vera nel mio cammino di ritorno. A Medjugorje ho scoperto la sua tenerezza materna: mi ha preso per mano, mi ha portato da Gesù. Oggi mi affido a Lei ogni giorno, come un figlio che si lascia guidare. Il Rosario è la mia ancora.
Dopo essere stato per anni lontano dalla pratica della fede, come ha riscoperto l’importanza dei sacramenti? Cosa direbbe a chi non si confessa o non riceve l’Eucaristia da tempo?
I sacramenti sono i canali della grazia. Quando ho iniziato a riceverli con consapevolezza, ho sentito che la mia anima tornava a vivere. La Confessione mi ha ridonato la libertà, la pace. L’Eucaristia mi ha nutrito. A chi è lontano direi: non aspettare che tutto sia perfetto per tornare. Gesù ti aspetta così come sei. Ogni sacramento è un abbraccio del Padre. È lì che si guarisce
davvero.

Nel cammino spirituale, come possiamo riconoscere e resistere alle trappole del maligno, che spesso si maschera dietro apparenze di bene?
Il maligno agisce nel silenzio, nella confusione, nella divisione. La sua arma più sottile è il dubbio: ci insinua che Dio non ci ami davvero, che non valga la pena pregare, che siamo soli. Per riconoscerlo, dobbiamo rimanere saldi nella preghiera, nella Parola di Dio e nella vita sacramentale. Il discernimento è essenziale, e si coltiva nella luce dello Spirito Santo e attraverso l’accompagnamento spirituale. Chi cammina nella verità non ha nulla da temere.
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Essere prete oggi non è facile. Perché ha scelto di diventare uno strumento nelle mani di Dio?
Quando incontri davvero Cristo, capisci che la vita ha senso solo se donata. Ho scelto il sacerdozio per restituire, almeno in parte, l’amore che ho ricevuto. Non sono diventato prete per realizzarmi, ma per servire. Sono solo uno strumento: quello che conta è che passi l’opera di Dio, non la mia. Ogni giorno chiedo di non ostacolare ciò che lo Spirito vuole fare attraverso di me.
Se dovesse descrivere Dio in una sola parola, quale sceglierebbe?
Amore. Tutto parte da lì e tutto torna lì. Dio è Amore che crea, perdona, salva, accompagna. Un Amore che non si stanca mai, anche quando noi lo dimentichiamo.
*
La testimonianza di Don Gianluca Brusatore ci ricorda che la vocazione è sempre un dono e che l’incontro con Dio può avvenire in ogni momento della vita, anche quando meno ce lo aspettiamo. Prete per miracolo non è solo la storia di una conversione, ma un invito alla speranza, un appello a credere che Dio continua a operare miracoli nei cuori disposti ad accoglierlo.
Il libro si propone come una lettura capace di nutrire l’anima, di accompagnare chi è in ricerca, e di risvegliare la consapevolezza che ogni storia può diventare una storia di salvezza. Per chi è già in cammino, sarà una conferma della fedeltà di Dio. Per chi ha smarrito la strada, potrebbe essere l’inizio di un ritorno.
Don Gianluca ci lascia un messaggio chiaro: nessuno è troppo lontano per essere raggiunto dalla grazia e dall’amore di Dio. Basta aprire il cuore. E il resto lo fa il Signore.
ILARIA SOLAZZO
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