azzurro mediterraneo
Ester Cecere

“Azzurro Mediterraneo” è il nuovo libro di Ester Cecere. Un volume che “raccoglie tutte le mie poesie ispiratemi dal mare – spiega a La Voce del Nisseno (versione online) – in circostanze anche molto diverse”. Il mare, ovviamente, è metafora dell’esistenza “dell’uomo, degli accadimenti lieti e tristi”.

Ester Cecere, 63 anni, di Taranto, è una biologa marina. È ricercatrice presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Vanta numerose pubblicazioni e, nel corso degli anni, ha ottenuto parecchi premi, riconoscimenti, attestati.

In questa ennesima conversazione, ci racconta il suo nuovo progetto editoriale e culturale. “Ho pubblicato 10 libri, 7 raccolte di poesie, 2 di racconti e un libro di ‘riflessioni’ su argomenti d’attualità”, evidenzia al nostro microfono. I proventi di “Azzurro Mediterraneo” andranno alla Jonian Dolphin Conservation.

A firmare la prefazione di questa nuova fatica poetica è Claudia Piccinno, nota poetessa e traduttrice famosa anche all’estero.

“Azzurro Mediterraneo” è la tua settima raccolta poetica. Qual è il fil rouge del progetto editoriale?

Questo libro raccoglie tutte le mie poesie ispiratemi dal mare in circostanze anche molto diverse. Il mare, con i suoi mutamenti dovuti agli eventi meteorologici, è metafora della vita dell’uomo, degli accadimenti lieti e tristi, così come lo è la navigazione, che può essere tranquilla o burrascosa.  Del resto, il mare è da sempre fonte di ispirazione di moltissimi poeti storicizzati.

E poi, Ester?

Ma esso è anche metafora dell’umano sentire. Può esprimere inquietudine, delusione, tristezza, malinconia, stanchezza, rammarico, inadeguatezza ma anche serenità, intima gioia. Il mare, con la sua estensione, con il suo perdersi all’orizzonte ben rappresenta il desiderio di evasione, l’ansia d’infinito, di immortalità, che è propria dell’uomo, che non accetta la sua finitudine. Ma il mare è anche il luogo dove si consumano le attuali tragedie, che comportano la morte di moltissimi migranti, tra cui tante donne e tanti bimbi.

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La copertina del libro

È vero.

Il mare è l’elemento che separa ma che permette anche di raggiungere le rive lontane. Il poeta inglese Alexander Pope scriveva: “Il mare unisce i paesi che separa”. In questa frase ossimorica egli mette in evidenza tutta la potenza di questo elemento che nei secoli ha favorito i commerci, gli scambi economici e culturali.

Perché questo titolo?

Da molto pensavo a una raccolta con questo titolo e la ricorrenza del 120° anniversario della fondazione della sezione di Taranto della Lega Navale Italiana è stata l’occasione per pubblicarla. Ho viaggiato molto e ho quindi avuto modo di vedere tutti e tre gli oceani ma anche molti mari minori. Tutti le distese marine sono grigie; i mari delle barriere coralline sono trasparenti, cristallini. L’unico mare veramente azzurro è il Mare Nostrum. Proprio per questo, secondo me, “azzurro Mediterraneo” dovrebbe essere il nome di un colore, così come per il “terra di Siena”!

So che la prefazione è a firma di una nostra comune amica: è così?

Sì, la prefazione è di Claudia Piccinno, poetessa e traduttrice molto nota anche all’estero. Come sai, siamo molto amiche. Claudia è avvezza a leggere poesia; pertanto, è subito entrata nello spirito di questa raccolta. Inoltre, mi conosce molto bene; sa quanto il mare sia importante nella mia vita, come persona nata in una città di mare, come figlia di diportista e diportista a mia volta, come ricercatrice che ha scelto di occuparsi di biologia marina proprio per amore del mare. Sono solita dire che io lavoro per il mare, sul mare e con il mare! Claudia ha saputo sintetizzare tutto ciò nell’espressione: “La Cecere e il mare sono da sempre un unicum di creazione-ispirazione che fa assurgere il Mare Nostrum a Musa poetica per eccellenza”.

Tuttavia, vi sono anche delle interessanti riflessioni di un’archeologa: Silvia De Vitis. Ci accenni qualcosa?

Silvia De Vitis, oltre a essere un’appassionata archeologa, è anche un’eccellente velista e, quindi, “vive” effettivamente il mare. Da addetta ai lavori, ha evidenziato quanto i reperti archeologici rinvenuti a Taranto ma anche gli scritti degli antichi autori tarantini “raccontino” del mare, mostrando che da sempre esso ha “imbibito” la vita dei tarantini. Del resto, afferma: “E’ impossibile per noi tarantini non amare il mare. Ce lo abbiamo dentro!” e questo avviene da tempi remoti.

I proventi dei tuoi libri sono sempre destinati a qualcosa o a qualcuno. Il ricavato a chi andrà?

Trattandosi di una raccolta di poesie, che a vario titolo parlano del mare, ho pensato che sarebbe stato bello rimanere in questo campo. Pertanto, i proventi della vendita dei libri andranno alla Jonian Dolphin Conservation, un’associazione con fini culturali e ricreativi, che dal 2009 svolge attività di ricerca scientifica e di tutela dei cetacei del Mar Ionio, permettendo ai turisti, anche giovanissimi, di partecipare attivamente alle attività salendo a bordo dei catamarani. È una splendida realtà tarantina. I proventi derivanti dalla vendita di “Azzurro Mediterraneo” saranno devoluti a questa associazione per il progetto “Ricercatori per un giorno” in favore dei bimbi della città vecchia di Taranto.

So che ci sono già state delle presentazioni di “Azzurro Mediterraneo”. Ce ne parli?

La prima si è tenuta in occasione dell’anniversario della fondazione della sezione tarantina della Lega Navale Italiana. La seconda l’11 dicembre presso la sede della Jonian Dolphin Conservation, location ideale dove tutto parla del mare, dal cui soffitto pendono le sagome di pesciolini azzurri e lo scheletro di un cetaceo rinvenuto spiaggiato e perfettamente ricostruito. Purtroppo, l’aumento dei contagi da Covid-19 ha fermato le presentazioni ma non la vendita dei libri. I miei concittadini amano le mie poesie e sanno che devolvo in beneficenza il denaro riveniente dalla vendita dei miei libri; pertanto, mi seguono e della loro stima e fiducia sono davvero contenta.

Di quest’ultima fatica poetica, “Azzurro Mediterraneo”, ci regali una poesia?

Eccola, per i nostri lettori!

Sto bene così

Che strano, il mare, d’inverno!

Bordato da nuvole basse

D’un grigio che vira all’acciaio

Con creste di spuma leggera

Con voli di cormorani stranieri

È solo.

D’una solitudine ch’è autonomia.

Sussurra: mi basto. Sto bene così

Hai già pubblicato diversi libri. Qual è il bilancio, umano e culturale, di tutto questo impegno?

Ho pubblicato 10 libri, 7 raccolte di poesie, 2 di racconti e un libro di “riflessioni” su argomenti d’attualità. La mia prima raccolta è uscita nel 2010; dopo 11 anni, il bilancio è decisamente positivo, non solo per la notorietà raggiunta, specialmente in Italia ma un po’ anche all’estero (molte mie poesie sono state tradotte in parecchie lingue straniere e la prima raccolta di racconti è stata tradotta in tedesco), ma soprattutto per i riscontri positivi, e non mi riferisco ai premi ottenuti.

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Ester Cecere

È vero.

Ho ricevuto tantissimi messaggi di sconosciuti che mi comunicavano di essersi ritrovati nella mia poesia, di essersi riconosciuti. Mi ringraziavano per i miei versi. Una signora mi confidò che aveva rotto i rapporti con la madre con la quale non aveva più contatti da decenni e che, dopo aver letto una mia lirica dedicata a mia madre, era andata a trovare la sua. Ecco, la Poesia è anche questo! Per non dire poi della possibilità che mi hanno dato le mie pubblicazioni di fare un po’ di beneficenza. Sin dalla prima presentazione, ho devoluto i proventi della vendita dei libri in favore di associazioni di volontariato. Ovviamente, ciò è stato possibile perché molti hanno acquistato i miei libri. Per la loro stima e la loro fiducia non finirò mai di ringraziarli.

Questa è la nostra ennesima intervista. C’è una domanda che non ti ho fatto? Oggi è l’occasione per fartela tu stessa e, ovviamente, di dare una risposta, alla Marzullo… per intenderci!

Perfetto! Mi chiedo: Ester, hai pubblicato altro? E mi rispondo: sì, una fiaba natalizia dal titolo “Un Natale davvero straordinario”. Non è la classica storia di Natale; ha caratteristiche sui generis poiché invita i più piccoli a riflettere su problemi di grande attualità, quali il riscaldamento del pianeta e l’accoglienza dei migranti ma anche l’importanza che ha oggi nella nostra vita la possibilità di informarsi “navigando nel web”. A tal fine, si sovverte la tradizione: Babbo Natale non viaggia con la classica slitta dotata di sci. In Lapponia non è nevicato, quindi egli è costretto a raggiungere una località italiana con una nave. Al porto troverà una slitta dotata di ruote. Si evidenzia così come la nostra vita possa cambiare a seguito del global warming.

Prosegui…

L’elfo più giovane consulta abitualmente il web tramite il personal computer all’insaputa dei suoi compagni. Tramite le notizie acquisite dal web, l’elfo comprende perché non c’è neve in Lapponia e trova un modo alternativo per far partire Babbo Natale. Ne deriva, quindi, l’impossibilità di fare a meno ormai di tali sistemi di informazione che però vanno usati nel migliore dei modi, cioè a fin di bene. In porto, ci sono anche piccoli migranti giunti con un’altra nave, una di quelle che salvano i profughi che rischiano di annegare poiché viaggiano sulle cosiddette “carrette del mare”. Per loro Babbo Natale non ha doni. I bimbi occidentali percepiscono il disagio e il dispiacere di Babbo Natale, li fanno propri e rinunciano a un loro giocattolo per donarlo ai loro coetanei sfortunati. Si invita così il piccolo lettore a ravvisare la necessità e l’importanza della solidarietà e dell’accoglienza. È davvero festa quando si è tutti felici.

Bella questa frase. È davvero festa quando si è tutti felici.

Le illustrazioni, di Francesco Gianetti, un mio collega di un istituto del CNR di Pisa, esaltano le informazioni veicolate dalla fiaba divertendo i piccoli lettori. Babbo Natale ha gli infradito e non gli scarponi, gli elfi sulla nave viaggiano con maschera e boccaglio temendo di finire in mare! Le copie, poco più di cento, sono andate a ruba! E i primi riscontri sono entusiasmanti!

Mancano pochi giorni alla conclusione dell’anno. Cosa ti e ci auguri per il 2022?

Mi auguro, probabilmente, quello che tutti ci auguriamo, cioè il ritorno alla normalità. Spero che si possano riprendere gli incontri in presenza, di qualsiasi tipo, riunioni, congressi, premiazioni, presentazioni, reading, ecc. La tecnologia è stata fondamentale nell’evitare l’isolamento in cui saremmo sprofondati una trentina di anni fa, ma il potersi incontrare fisicamente, stringersi la mano, scambiarsi un sorriso, una battuta estemporanea sono fondamentali nei rapporti interpersonali! Spero di ritornare a viaggiare. I viaggi nutrono la mia anima e la mia ispirazione letteraria.

MICHELE BRUCCHERI

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