Alex Imburgia

Sei un Artista con la A maiuscola. Il tuo romanzo “Immensa Meraviglia” edito con Viola Editrice quando ha preso forma nei tuoi pensieri?
Grazie Ilaria. Ti confesso che, in realtà, provo sempre un leggero imbarazzo nel sentirmi definire “artista”. Preferisco percepirmi come una persona che ha il privilegio di lavorare nel mondo dell’arte. Poi, se il prodotto del mio lavoro sia realmente “arte”, ecco… questo lo lascio decidere agli altri. Venendo alla tua domanda, posso dirti che “Immensa Meraviglia”, il mio secondo romanzo edito da Viola Editrice, ha iniziato a prendere forma nella mia testa sin da subito, e cioè da quando già stavo scrivendo “Il saggio di danza”. Questo perché i due libri, anche se perfettamente autoconclusivi, sono strettamente connessi. I personaggi che animano le vicende sono gli stessi, ma le epoche sono diverse. Ne “Il saggio di danza” siamo nel 1984, dove molti, tra i protagonisti, sono adolescenti o poco più. In “Immensa Meraviglia”, invece, ritroveremo quasi tutti quei ragazzi che, ormai, sono diventati adulti. Siamo, infatti, nel 1991, sette anni dopo.

Quando hai incominciato a scrivere questo secondo libro e quando hai capito che poteva diventare la tua seconda professione quella dello scrittore?
Proprio perché i due libri sono strettamente legati, “Immensa Meraviglia” ho iniziato a scriverlo poco dopo aver pubblicato “Il saggio di danza”. Sono rimasto così sorpreso dalla calorosa accoglienza che il mio primo romanzo aveva ricevuto, che ho deciso di andare avanti, rivelando ai lettori le vite “adulte” dei personaggi a cui si erano tanto affezionati. Desideravo andar oltre la dimensione adolescenziale, quella in cui le vite dei protagonisti erano animate perlopiù da sogni e da speranze: sono andato oltre il romanzo di formazione. Qui, siamo nella vita “adulta”, quella, se vogliamo, più complicata ma, per molti aspetti, più affascinante. I lettori scopriranno se Francesco, Aurora, Andrea, Sara e Costanza ce l’avranno davvero fatta a trasformarsi negli adulti che sognavano di diventare. Sai Ilaria, il primo romanzo è stata una bellissima avventura, ma devo dirti che è con il secondo, “Immensa Meraviglia”, che ho iniziato a percepire la sensazione che potessi veramente fare della scrittura la mia seconda professione.

Danzare o scrivere, cosa preferisci fare? Dove ti senti più a tuo agio, o felice, tra le sbarre di una sala prove o tra le pagine bianche di un quaderno tutto da scrivere?

"Immensa Meraviglia"
La copertina del libro


Bella domanda, alla quale, però, non saprei davvero come risponderti. Sarebbe come chiedere ad un bambino: vuoi più bene a mamma o a papà? L’unica cosa che mi sento di dire è che, per una questione meramente temporale e di esperienza vissuta, mi trovo molto più a mio agio in una sala danza che davanti ad una pagina bianca ma, ad onor del vero, le emozioni che provo sono identiche.

Danzare è un dono della natura o serve anche una formazione “scolastica”?
Saper danzare è certamente un dono, ma il talento deve essere coltivato attraverso tantissimo studio, altrimenti non si va da nessuna parte. E, questo, non vale solo per la danza o per la scrittura, ma vale per qualsiasi cosa.

Quali consigli ti sentiresti di dare ad un/a ragazzo/a che volesse, come te, diventare un artista?
Alle giovani generazioni che volessero intraprendere un percorso nel campo artistico, mi sentirei di consigliare di non farsi scoraggiare dalle difficoltà, perché saranno tante: questa è una certezza! È risaputo, infatti, che vivere d’arte non è facile e, soprattutto, è molto poco remunerativo. Qualora, però, l’urgenza espressiva dovesse rivelarsi così tanto radicata nel loro essere, allora non può e non deve rimanere inascoltata. Per cui, se una giovane ragazza o un giovane ragazzo sentissero la spinta ad esprimersi attraverso l’arte, che lo facciano! Ma, lo facciano, consapevoli di dover sacrificare ogni fibra del loro corpo e della loro anima ad una “vocazione” che non potrà mai essere seconda a nessun’altra esigenza. L’arte richiede la nostra totale abnegazione.

"Immensa Meraviglia"
I libri della casa editrice

Quale dei personaggi vivi in questo libro incarnano maggiormente la tua personalità?
“Immensa Meraviglia” è un romanzo che, rispetto a “Il saggio di danza”, si appoggia su una struttura narrativa un pochino più complessa. Abbiamo ambientazioni diverse, Arezzo, Roma e Parigi, nelle quali accadono vicende che inizialmente appaiono scollegate tra di loro ma che, ben presto, si ricongiungeranno in un’unica linea narrativa. E, poi, oltre al normale scorrere della storia principale, dove certamente il personaggio di Francesco è quello che mi “somiglia” di più, scopriamo che ogni capitolo è introdotto da brevissimi dialoghi che disegnano una narrazione a latere, come fosse una piccola storia parallela. Questi brevissimi scambi di battute avvengono, infatti, tra il sottoscritto e Marco Ierva: il mio Maestro, il mio mentore. Quindi, sin da subito, sarà chiaro al lettore che lo scrittore è presente in questo secondo romanzo, anche se, devo dire, in pochissime righe che, per usare un termine tipicamente ballettistico, ho inserito a mo’ di “divertissement”.

Quali progetti hai per il presente e per il futuro?
Progetti per il futuro? Tanti. Sicuramente continuare ad insegnare danza e a creare coreografie. Poi… vedremo.

Fatti una domanda e datti una risposta direbbe Marzullo… procedi pure.
Sei felice? Forse.

Il tuo sito web è variegato, bellissimo, contiene il tuo mondo… quali le prossime novità?

Grazie, sono contento che ti piaccia. Nel mio lavoro di Maestro di danza e di coreografo le novità sono all’ordine del giorno. Prossimamente terrò molti “stage” in giro per l’Italia e, forse, avrò anche un’importante collaborazione con una prestigiosa scuola di danza di New York. Ma, per scaramanzia, ora non posso dirti altro.

Cosa bolle in pentola?
Cosa bolle in pentola? Il terzo romanzo, ovviamente. Ma non parlerò di danza.

Saluta i lettori con un estratto del tuo romanzo…

“Francesco sapeva bene che, in quel momento, non doveva permettere che l’emozione avesse la meglio. Era cresciuto e non era più il timido ragazzino che calcava il palcoscenico per il saggio di fine anno. Iniziò a ballare, dimenticando ogni pensiero. In quel preciso istante c’erano solo lui, la musica e la danza”.

ILARIA SOLAZZO

Per saperne di più:

https://www.aleximburgia.it/

http://www.violaeditrice.it/authors/immensa-meraviglia/

LEGGI ANCHE: NINO FRASSICA: “BISOGNA FARE LA GAVETTA, DALLA RECITA PARROCCHIALE IN POI”

Articolo PrecedenteSONO 96 I NUOVI PAZIENTI POSITIVI IN PROVINCIA DI CALTANISSETTA
Articolo successivo“RISVEGLIO”, UN LIBRO CHE NASCE DALL’INCONTRO DI QUATTRO VOCI